domenica 5 maggio 2013

PIU' O MENO AUTORI


Ricevuto!!!




Caro Carlo,
Caro Marcello,
Cara Barbara,
Cari membri del direttivo Sact,

vi scriviamo per parlare di un’emergenza che ormai sta diventando routine, cioè l’ingresso sanguinoso e i primi difficilissimi passi nel mondo dell’audiovisivo che i giovani autori si trovano oggi ad affrontare, da soli.

Ormai è la norma per molti produttori (anche grosse case di produzione, ed è di solito in quel caso che fa più male) sfruttare il lavoro delle nuove leve, facendo pressione sul fatto che “sei giovane e ti devi ritenere fortunato che ti faccio lavorare”. E non parliamo di una semplice – e anche giusta – gavetta che tutti hanno fatto, poiché oggi, dalla fase della gavetta, se sei così bravo e fortunato da entrarci, non ne esci più.

Perché una volta che certe condizioni le accetti, crei un precedente pericoloso per te stesso e per gli altri, tanto che alcuni autori affermati e vincitori di numerosi premi e festival (ma sempre considerati “giovani”, in quanto under 40) vengono poi richiamati a lavorare con la medesima offerta, dai medesimi produttori, forti del medesimo ricatto a cui già una volta si è sottostati.

E pur accettando questo ricatto, pensando alla crisi, alla disoccupazione, al fatto che in fondo questo è il lavoro che amiamo e che vorremmo fare, e che in fondo sì, siamo giovani, dobbiamo essere umili, resistere, che domani andrà meglio, ci troviamo a dover lottare contro condizioni inaccettabili.

Dobbiamo lottare per essere pagati, anche pochissimo, e non lavorare gratis. Perché  se è gratis, non è lavoro.
Dobbiamo lottare perché il pagamento, sempre più esiguo (facciamole queste cifre: 1.500/2.500 euro per una sceneggiatura, a volte da dividere con altri autori, o 500 euro per un soggetto, sempre da dividere con altri autori) arrivi almeno prima delle riprese, e non a uno o due anni dalla consegna del copione.
Dobbiamo lottare per non vedere dimezzato il nostro compenso a lavoro consegnato (e contrattualizzato, in alcuni casi) perchè tanto sono sicuri che nessuno gli farà causa per pochi euro.
Dobbiamo lottare con la paura di perdere anche quei pochi lavori che ci siamo guadagnati, se ci ribelliamo alle condizioni imposte.
Dobbiamo lottare per la nostra dignità professionale, perché accettare certe condizioni vuol dire annullarla, questa dignità.
Dobbiamo rischiare di essere eliminati e sostituiti da qualcuno che quelle condizioni, invece, per disperazione, le accetta.

Vorremmo poter lottare insieme contro chi del mestiere di sceneggiatore sta cercando di fare un hobby, e non possiamo essere contemporaneamente i soli e i più deboli a difendere i diritti base della nostra categoria. Vogliamo lottare insieme perché siamo certi che la pressione che colpisce noi in quanto “giovani”, sia solo un aspetto di una pressione più grande, che molti subiscono, in maniera diversa, a prescindere dall’età anagrafica e dall’esperienza.
Non vogliamo che solo una certa classe sociale possa permettersi di lavorare nell’audiovisivo, perché questo rischia di impoverire e appiattire le storie che raccontiamo. Come non vogliamo che gli autori affermati, almeno quelli che fanno parte delle associazioni di categoria e dei loro direttivi, accettino di essere pagati quando chi lavora in équipe con loro non lo è, né forse lo sarà mai.

Scriviamo questa lettera convinti che i membri dell’associazione e del direttivo non siano all’oscuro di quello che succede e che siano aperti ad un dialogo e alla messa a punto di un’azione comune per cercare di cambiare le cose. Un’azione che speriamo possa includere anche quei giovani che alle associazioni non sono iscritti o non lo sono più. Un’azione che nella tipologia somigli al Turning point, ma che forse necessita una strategia diversa, più complessa, che non abbiamo ancora individuato, e che speriamo di trovare insieme. Potrebbe venire dalla Comunità Europea questo aiuto, dove le tutele sono maggiori? Non lo sappiamo. Apriamo un tavolo di discussione comune e cerchiamo delle proposte valide. Questa stessa lettera è stata inviata anche al direttivo dei 100autori, perché crediamo che voi siate gli interlocutori migliori che abbiamo.

Vorremmo una reciprocità tra noi e le associazioni, un confronto su questi problemi, perché crediamo di essere una forza essenziale e un’occasione di rinnovo e miglioramento, e siamo certi che un atto concreto in questa direzione possa contribuire ad allargare il numero dei giovani nella base associativa, possa tornare a coinvolgere quelli che dalle associazioni si sono allontanati e avvicinare quelli che mai si sono sentiti fino ad ora rappresentati.

Vorremmo essere energia che si immette nel sistema, che lo arricchisce, e vogliamo farlo insieme.

Preghiamo il direttivo di diffondere questa lettera ai soci, per avere anche un riscontro da parte loro.

Grazie dell’attenzione,

Andrea Agnello
Isabella Aguilar
Fabrizio Albertini
Aaron Ariotti
Enrico Maria Artale
Roberta Bellantuono
Giacomo Bendotti
Lucio Besana
Dario Bonamin
Fabrizio Bozzetti
Tommaso Capolicchio
Angelo Carbone
Raffaele Carro
Francesco Cenni
Duccio Chiarini
Eleonora Cimpanelli
Alfredo Covelli
Francesca De Lisi
Andrea De Sica
Maria Stella Di Nardo
Karole Di Tommaso
Nicholas Di Valerio
Costanza Durante
Dario D’Amato
Annalisa Elba
Damiano Femfert
Margherita Ferri
Luca Giordano
Federico Gnesini
Francesco Gorgoni
Stefano Grasso
Guido Iuculano
Chiara Laudani
Alessio Lauria
Guido Lombardi
Nicolò Lombardi
Ilaria Macchia
Ottavia Madeddu
Antonio Manca
Francesca Manieri
Antonio Marzotto
Andrea Paolo Massara
Sebastian Maulucci
Silvia Muscillo Rauber
Piero Messina
Valerio Mieli
Marco Morana
Giulia Moriggi
Valentina Noseda
Marta Pallagrosi
Bartolomeo Pampaloni
Fabrizio Parisi
Alessandro Pettinicchio
Vanessa Picciarelli
Paolo Piccirillo
Eleonora Piquereddu
Laura Plebani
Luca Ravenna
Tommaso Renzoni
Stefano Russo
Enrico Saccà
Luca Scivoletto
Carlo Sironi
Valentina Strada
Francesca Tassino
Manuela Virdis