domenica 20 gennaio 2013

WEB ON/OFF 1


Lo scorso 11 dicembre la SACT ha iniziato a riflettere in modo concreto sul WEB. Sì, la piattaforma ci piace e sa di libertà, promette futuro e permette originalità, ma quanto a compensi e riconoscimento di diritti siamo completamente esposti ad una totale assenza di regole.

La SIAE non è attualmente in grado – per assenza di accordi che rendano operativo l’articolo 46bis della Legge 633/1941 sul diritto d’autore – di percepire Equo Compenso da nessuno, network, provider o produttore che siano, che utilizzino il web per diffondere le nostre opere. Nell’arbitrato in corso tra SIAE e RAI, la questione è stata posta e le associazioni degli autori stanno facendo di tutto perché si ottenga una prima positiva risposta, all’interno del Lodo che dovrebbe essere emesso dal Collegio Arbitrale alla fine di marzo 2013. Sono già previsti ritardi. Vedremo.

Nel frattempo, anche in assenza di regole, RAI Cinema ha presentato a novembre 2012 l’esperimento WEB MOVIES, iniziato nel 2010.
A parlarne con noi, l'11 dicembre, c’erano sia Christian Bisceglia e Ascanio Malgarini (Fairytale) che Maria Teresa Venditti e Mimmo Raimondi (L’ultimo weekend) autori di due dei 10 film del pacchetto WEB MOVIES.La prima questione è stata proprio questa: perché chiamarli WEB MOVIES? Lo sfruttamento gratuito sul web è durato appena un mese sul canale CUBOVISION di Telecom Italia, ma in tutto il resto del mondo potranno essere (e sono già stati) diffusi nelle sale cinematografiche e in Italia è stata annunciata, dopo una diffusione in streaming su RAI CINEMA CHANNEL, dopo un periodo di sfruttamento a pagamento su ITunes e di commercializzazione su DVD in cofanetto, anche una programmazione sul canale digitale RAI MOVIE.

Quindi? Di che operazione si tratta?

La Rai scrive sul suo sito che un obiettivo era “quello di testare il mercato cinematografico su una realtà distributiva alternativa alla sala, creando una filiera di sfruttamento diversa da quella tradizionale per capire se il potenziale del web può essere davvero un’opzione valida, meno costosa e più semplice, soprattutto per quei film più orientati all’intrattenimento.”
Sapevate voi che i film italiani che vanno nelle sale non sono orientati all’intrattenimento? Noi no: in tempi di cinepanettoni proprio non ci risulta. E se guardiamo al genere di film prodotti con WEB MOVIES (thriller, gialli psicologici e fantasy) ancora meno capiamo di quale destino di intrattenimento si parli: Paolo Del Brocco nella presentazione al Festival del Cinema di Roma, ha spiegato che sono generi diversi da quelli "classici" dove RAI CINEMA investe.
Insomma: generi e linguaggi sperimentali? Guardateli su RAI CINEMA CHANNEL a partire dal 31 gennaio e giudicate.
150 mila euro è stato, infatti, il costo massimo di un film. Altri ne sono costati anche meno. Il tutto senza aprire alla trasparenza e alla condivisione di incassi anche per i professionisti coinvolti: sappiamo la difficoltà di trovare una formula contrattuale, ma scommettere su un bel progetto insieme è un'avventura entusiasmante, non sapere come riequilibrare i bassissimi compensi di partenza è invece umiliante. I produttori, per parte loro, potranno partecipare di quote sul netto, quando la RAI sarà rientrata della somma investita. 


I WEB MOVIES, ci è stato detto, verranno distribuiti anche sul digitale: sappiamo che i canali specializzati hanno ormai rubato una bella fetta di ascolti alle generaliste, tanto da costituire nell'insieme una concorrenza alla pari. In pratica la RAI, dopo le altre fasi di sfruttamento, otterrebbe una prima serata tradizionale con pochi spiccioli.
Sotto questo aspetto, i WEB MOVIES ci spaventano: sembrano una prova generale, sotto la veste di esperimento, per lanciare un messaggio e cominciare direttamente ad abbattere i costi sacrificando compensi di autori, attori e maestranze.

E’ vero. Anche la Sact ha proposto alla RAI di investire su serie a basso costo per il digitale, ma come un terreno di prova per idee e generi alternativi alla fiction tradizionale, per tastare la presenza di un pubblico sufficiente a riproporre il prodotto (con un investimento nuovo!) sulle reti generaliste.

Il nostro ragionamento viene dallo studio di ciò che sta avvenendo nel mondo e cioè dalla scoperta che dietro una serie USA forte, c’è spesso una prima versione europea o israeliana di costo minore, ma di grande fascino: la povertà dei mezzi stimola l’originalità e le soluzioni narrative diventano più intense, più nuove, più ricche di significati. Per questo abbiamo proposto di finanziare la scrittura di progetti seriali a basso costo, destinati ai canali digitali o alla diffusione sul web, ma solo come uno stimolo alla creatività e un test del prodotto in vista di un eventuale sviluppo sui canali tradizionali generalisti.
Novità positive potrebbero venire quindi dalla direzione di RAI FICTION dove è allo studio, come Eleonora Andreatta ha annunciato a noi e ripetuto  all'APT, un progetto per il web.

Guardiamo avanti. L’11 dicembre ci siamo avventurati con Ivan Silvestrini (Stuck) e Simone Laudiero (Kubrick, una storia porno) anche sul terreno delle serie web autoprodotte (Stuck) o prodotte da una mega società di produzione come Magnolia (Kubrick).
E qui parliamo davvero di web e di click che contano per valutare il successo. Il pilota di Kubrick è costato il doppio di un WEB MOVIE di RAI Cinema e 150 volte di più di una intera serie di Stuck. Ma da una parte si fa in casa, tra amici attori e finanziatori benevolenti, dall’altra si agisce secondo i minimi di legge e per contratto regolare, quindi…
Quindi, abbiamo molto bisogno di continuare a studiare esperimenti e schiarirci le idee e vi diamo appuntamento a





WEB ON/OFF 2
il prossimo 19 FEBBRAIO 2013 
sempre a via Montello 2, sempre alle 18:30.

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