venerdì 30 ottobre 2009

Il Piano Fiction RAI (provvisorio)

Questa volta non vogliamo indirizzare la discussione. Aprite l'immagine qui sotto cliccandoci sopra, abbiate un po' di pazienza perchè pesa 2 megabyte e ci metterà un po' a caricarsi. Quindi, una volta caricata, ingranditela, si leggerà perfettamente. E' il Piano Fiction della RAI (provissorio) del prossimo anno, con le cifre stanziate per produttore e per progetto. Se avete un po' di tempo leggetelo con attenzione e diteci cosa ne pensate...

martedì 20 ottobre 2009

Linea piatta

Mancanza di diritti, di soldi, assenza di un sistema meritocratico di accesso alla professione. Problemi così gravi da far sembrare la nostra professione un malato terminale su cui chiediamo un intervenire che sa quasi di accanimento terapeutico.
Ma ogni malattia, mortale o meno, ha una causa. E forse vale la pena soffermarci per una volta su di essa. Perché cercare di capire il passato può servire per il futuro.
Se non siamo forti oggi come categoria, lo dobbiamo anche a i professionisti chi ci hanno preceduti.
Che hanno pensato a massimizzare i profitti, a far proliferare un sistema di scrittura "a bottega", creando potentati e gavette infinite. Creando un sistema che oggi non permette di emergere per bravura, ma per "simpatia".
Professionisti che hanno pensato prima di tutto a loro stessi, come individui, come singoli autori, prima che alla categoria.
Che hanno avuto l'occasione (loro sì!) di vivere un momento storico in cui il cinema e la televisione erano mercati floridi, un momento in cui andavano fissate le regole. Un momento che si sono lasciati sfuggire miseramente. Non come gli illustri colleghi di oltreoceano, che, come ci ha raccontato Hall Powell, in un momento di crescita del mercato, hanno puntato i piedi e stabilito le regole, formando un sindacato forte, una professione solida e professionisti riconosciuti e stimati.
Sì quegli stessi professionisti che adesso, dall'alto dei loro curricula, lunghi come papiri egiziani, si sentono degli autori illuminati ed illuminanti.
Perché tutto questo? Per individualismo. Sì, proprio lui: l'italiota individualismo.
Ecco se il passato può insegnarci qualcosa è che dobbiamo rinunciare ai "nostri interessi" per guardare quelli "della categoria".
Perché? Perché per ogni lavoro accettato per ingordigia, ci sarà un giovane sceneggiatore che per emergere accetterà qualsiasi condizione contrattuale ed economica.
L'individualismo ci rende terribilmente deboli, come categoria e quindi come singoli professionisti. Perché anche gli autori che ci hanno preceduti, oggi, firmano i nostri stessi contratti. Magari economicamente più allettanti, ma senza uno straccio di diritto.
Affamati, famelici, pronti ad uccidere il collega e senza un diritto. Più che all'appiattimento, la nostra professione è prossima al linea piatta.
Questa è la vostra eredità, cari autori.
E quando si è in arresto cardiaco, bisogna intervenire con il defibrillatore. Con una terapia d'urto che ribalti il modo di affrontare le cose.
Ci auguriamo che la generazione di oggi sappia prendere questo malato terminale e sappia operare un miracolo. Noi possiamo indicare la strada verso il campo di battaglia, procurare le armi, imbastire armature, stabilire strategie. Ma senza un esercito compatto, tutto questo non ha senso.
La partecipazione che vediamo alle assemblee della SACT ci rincuorano. Alcuni atteggiamenti, a volte, ci scoraggiano.
La linea non è ancora del tutto piatta, la nostra categoria mostra un timido battito, un alito di vita. Dateci dentro e affanculo l'individualismo!!!

giovedì 17 settembre 2009

Si torna in pista... o si finisce per strada?

Finita l'estate, finite le vacanze, il blog riapre puntualmente i battenti. E' stata un'estate decisamente negativa per la cultura e per il nostro settore in particolare. E' stato colpito lo spettacolo, per i tagli al FUS, che hanno generato un vespaio di proteste a cui abbiamo aderito e continueremo ad aderire. Ma sta per essere colpita anche la fiction TV. I famosi tagli ai budget sono una triste realtà e i tagli si stanno per abbattere (dove non hanno iniziato a farlo) anche sui compensi degli sceneggiatori. E' giunto il momento di essere coesi, uniti, compatti. Restate sintonizzati, posteremo novità a riguardo qui e sul sito. Nel frattempo... fatevi sentire!

giovedì 16 luglio 2009

Più vacanze per tutti... ma soprattutto per gli scrittori!

"Più vacanze per tutti" è la nuova iniziativa della SACT. E con i tagli alla fiction, sarà un traguardo velocemente raggiungibile : )
Scherzi a parte, il post è per dirvi che il blog si prende una pausa estiva. Ci si rivede a settembre, con nuovi contenuti ed iniziative.
BUONE VACANZE A TUTTI!
N.B. qualsiasi commento verrà moderato e pubblicato solo dopo la pausa estiva.

sabato 11 luglio 2009

Created by: convegno finale

Ottimo risultato per il convegno finale dell'iniziativa "Created by". Forte affluenza di pubblico e dibattito interessante che ha visto schierarsi a favore della centralità dell'idea e della scrittura, gente di calibro come Fernando Meirelles (regista di City of God e la splendida serie "Som e Fùria", vista al RFF), Susan Coyne (sceneggiatrice di "Slings and Arrows", dal cui concept è stato tratto Som e Fùria) Maria Kallas (Presidente della FSE) e Giacomo Ciarrapico (regista e scrittore di Boris). Tutti autori che hanno sperimentato libertà creativa e responsabilità produttive e che hanno parlato con cognizione di causa della questione.
Quello che ci interessava, però, era saggiare la reazione dei committenti, dei broadcaster.
Ecco, qui abbiamo visto tre diversi tipi di atteggiamento. Sara D'Amico (FOX) e Alessandra Palanca (SKY) hanno sostenuto l'importanza della centralità della scrittura.
Mediaset, nella persona di Giorgio Grignaffini, è sembrata disponibile al dialogo, ma ha espresso perplessità sulla quantità di libertà creativa da dare agli autori. La prima serata di Canale 5 ha bisogno di prodotti "larghi", con ampia possibilità di penetrazione, per garantirsi uno share consistente. Niente prodotti di nicchia, dunque. O troppo targettizzati.
Claudia Aloisi (RAI) invece ha mostrato un atteggiamento di sostanziale chiusura, rivendicando il ruolo dei produttori delegati RAI a discapito della centralità della scrittura. Un ruolo che c'è da anni e che la Aloisi non sente il bisogno di rivedere.
Insomma, c'è ancora della strada da fare, ma abbiamo posto una prima pietra. Il cammino è iniziato e proseguirà nei prossimi mesi. Non smetteremo di portare avanti la nostra idea di televisione.
E vogliamo inziare ora, portando qualche spunto di riflessioni ai nostri committenti generalisti.
A Giorgio Grignaffini rispondiamo che Created by non vuol dire prodotto di nicchia. Quello che rivendichiamo è un libero mercato delle idee, dove la scrittura abbia un ruolo centrale e di responsabilità. Created by non è in conflitto con le linee editoriali dei canali generalisti. E' un modo per esprimerle in modo originale e diversificato. E' un modo di dare una voce sempre diversa e nuova al tipo di prodotto richiesto dal committente.
Alla Aloisi invece replichiamo che il sistema deve e può cambiare. La scarsa incisività della fiction generalista emerge prepotentemente proprio da manifestazioni come il RFF, in cui è smaccatamente evidente il gap di forza ed esportabilità tra la serialità italiana e quella straniera (e non parliamo di fiction USA, sia chiaro). La fiction italiana è statica, immobile, cristallizzata in un modello di racconto ripetuto e vetusto che non rende sufficientemente esportabile nè il prodotto finito, nè il format.
E se la situazione rimarrà invariata, abbiamo paura che la fiction italiana perderà sempre più terreno. Per questo, colleghi sceneggiatori, l'affermazione del Created by è fondamentale. Perché più la fiction italiana perde terreno, meno costerà e meno verrà prodotta. Ottenere questo risultato vuol dire garantirsi un futuro lavorativo. Altrimenti presto guarderemo alla fiction italiana come un nostalgico passato, una promessa che non si è mai avverata.

lunedì 6 luglio 2009

Parte il Premio Solinas/Sact!

Facciamo festa! Il 7 luglio si balla! Perché?

La Sact e il Premio Solinas, con il contributo di Rai Fiction, Rti e

Fondazione Lazio per l'Audiovisivo hanno istituito un premio per "Piloti di serie tv", di cui presto verrà pubblicato il bando.

E' un premio importante perché è il primo che si rivolge alla serialità televisiva e la fa assurgere a prodotto creativo di eccellenza.

Il Premio Solinas è nato per il cinema, quando l'eccellenza era il cinema, quando il modello espressivo e produttivo era quello cinematografico, quando la televisione era soprattutto informazione e spettacolo.

E' grazie a questo premio che molti sceneggiatori sono riusciti ad emergere, a farsi apprezzare e quindi ad iniziare a lavorare.

Ma la Sact voleva di più. I tempi sono cambiati e le tecniche di scrittura televisiva si sono differenziate (e giustamente) dalle tecniche di scrittura cinematografiche.

La Sact voleva un premio per la televisione, un premio che fosse coerente con il progetto del modello anglosassone del Created by, in cui per valutare la bontà di una serie si chiedono sceneggiature di piloti e non bibbie.

La Sact voleva un premio che dimostrasse che gli autori italiani possono reggere il confronto con i creatori di serie europei.

La Sact voleva un premio che aprisse il mercato delle idee tv e che offrisse soprattutto un'occasione valida di mostrare il proprio talento ai giovani scrittori televisivi, imbrigliati dalle difficoltà tutte italiane di accesso a questo lavoro.

Il Premio Solinas ha accolto con generosità la proposta della Sact e sposato con passione la sua battaglia, mettendo sul piatto il peso e l'autorevolezza della propria lunga esperienza.

Ed ecco, finalmente, possiamo ballare e fare festa. Un premio è nato, una strada nuova si è aperta, la Sact è fiera di poter dimostrare quello che ha sempre sostenuto, fin dall'inizio di questa avventura, e cioè che il concetto del Created by non è appannaggio degli head ma è la via principe dei giovani talenti.

Cominciate a scrivere, ci sono molti occhi in attesa di leggervi!

IMPORTANTE AGGIORNAMENTO: A QUESTO LINK TROVATE IL BANDO DI CONCORSO UFFICIALE

lunedì 22 giugno 2009

Sondaggio: i minimi, secondo voi (1): i risultati

Boom di partecipazione per il primo sondaggio sui compensi minimi con ben 69 voti! Questo è il  sondaggio più votato finora che doppia tutti i precedenti. La partecipazione numerosa ci dice una cosa: l'argomento dei compensi è decisamente sentito dagli sceneggiatori che passano su questo blog. Vogliamo rassicurare i nostri visitatori confermando che è un argomento sentito anche dalla SACT.
Passiamo a vedere i risultati. Come potete vedere in alto a destra, vince in modo schiacciante la risposta 2. Secondo 42 votanti il compenso minimo di un pezzo da 50' è di 15.000 euro.
Durante la votazione, qualche blogger nei commenti ha tenuto a precisare che esisterebbe già un articolato documento della SACT sui minimi. E' vero. Il documento esiste e risale a qualche tempo fa. Ma la votazione ci serviva per avere conferma che i minimi che erano stati fissati nel precedente documento fossero ancora attuali. 
Così è stato. E la conferma è venuta proprio dai naviganti che hanno partecipato a questo sondaggio. Il vostro parere è importante, soprattutto se esprime punti di vista costruttivi.
Presto, prima della pausa estiva, metteremo online un nuovo sondaggio sui minimi. E come sempre... a voi la parola!

giovedì 18 giugno 2009

"Come sceneggiatore il tuo ruolo è portare le persone in luoghi in cui non sapevano di voler andare"

Protagonista del terzo ed ultimo meeting della serie "Created by" è stato il bravissimo e pluripremiato Paul Abbott, autore britannico di cult come Shameless, Clocking off e State of play (recentemente riadattato dagli americani).
L'incontro con Abbott è stato decisamente illuminante. Ha toccato tutti gli aspetti del lavoro dello sceneggiatore, dalle motivazioni personali, al rapporto col network, al rapporto tra scrittura e regia passando attraverso il ruolo e l'importanza del writer/producer.
Basta mettere di fila le dichiarazioni di Abbott per trarre le dovute conseguenze.
Sul ruolo e l'essenza stessa dello sceneggiatore Abbott dice
"Devo rispettare il pubblico perché io sono il pubblico. Nella mia carriera di sceneggiatore ho fatto cose di cui non sono contento ma ho sempre cercato di migliorare. Se non pensi così non sei uno sceneggiatore, ma un dattilografo"
"Scrivere è riscrivere. Bisogna continuamente cambiare quello che si è scritto. Dargli le proteine per crescere"
"Come sceneggiatore il tuo ruolo è portare le persone in luoghi in cui non sapevano di voler andare. Li devi portare in un punto che non conoscono, dando loro una visione completamente nuova"
"Bisogna far capire il proprio stile al network, bisogna imparare a descrivere quello che si ha in mente. Bisogna essere seduttivi perché solo in questo modo gli altri si interesseranno al tuo lavoro"
Ecco, ci piacerebbe da morire che, anche nel nostro Paese, fosse possibile un approccio alla scrittura di questo tipo. Ci piacerebbe sedurre i nostri interlocutori con delle idee attraenti, che siano nuove per chi scrive e per il pubblico.
Sul ruolo dello sceneggiatore/produttore, Abbott aggiunge:
"Se uno sceneggiatore riesce ad avere la mente da produttore, riesce ad ottimizzare i costi già in scrittura."
Inoltre diventando scrittori/produttori "Il rapporto coi network cambia. Ti rispettano di più perché pensi per loro e non li vedi più come nemici."
"I network americani sono i migliori, ma hanno una politica spendacciona. Non possiamo copiare quel sistema, ma dobbiamo prenderlo e modificarlo. Possiamo migliorarlo."
"I network dovrebbero promuovere la conoscenza dell'industria tra gli sceneggiatori, perché solo così un prodotto può venire bene. In questo modo uno showrunner può rendere cinque volte di più ad un network. In questo modo il prodotto sarà migliore e renderà meglio in tutto il mondo."
C'è bisogno di dire altro? Forse sì. Visto che questo blog è visitato anche dai nostri colleghi registi c'è bisogno di citare le parole di Abbott legate al rapporto tra scrittura e regia:
"Io non so dirigere, non sono un regista e non voglio essere obbligato a farlo. La mia voce esce dalla sceneggiatura e se un regista tentasse di soffocarla non sarebbe un comportamento accettabile. Sceneggiatori e registi sono chiamati a creare insieme il prodotto ed è compito di un bravo produttore far sì che il regista non prevalga. Nessuno può sopravvivere senza l'altro e tutte e tre le categorie devono essere portate a capire questa verità. "
Grazie a Paul Abbott per essere intervenuto, per essere stato così chiaro, netto e preciso. E speriamo che queste affermazioni, che si uniscono alle precedenti di Pharoah e Krivine, smuovano qualcosa nel mercato italiano.
Verificheremo un primo effetto nel convegno finale, sempre dal titolo "Created by: tutela le idee, sviluppa l'industria", che si terrà il 10 Luglio durante il Roma Fiction Fest.
Vi ricordiamo che per accreditarvi basta andare sul sito del Roma Fiction Fest cliccando QUI e andando nell'area "accrediti".
Per il resto... a voi la parola!

venerdì 12 giugno 2009

Sondaggio: i minimi, secondo voi (1)

Chiuso il sondaggio precedente, che vede la vittoria dell'accordo di buona condotta con uno schiacciante 76%, ne apriamo un altro che farà parte di una serie di sondaggi sui minimi contrattuali.
Con questo primo sondaggio vi chiediamo quale potrebbe essere il minimo per una puntata da 50'.
Tutti i sondaggi, compreso quello sull'accordo di buona condotta, verranno presi seriamente in considerazione dalla SACT per orientare il proprio operato.
Come sempre... a voi la parola!
Vi ricordiamo che, doveste avere proposte alternative a quelle contenute nel sondaggio, potete inserirle nei commenti a questo post.

giovedì 11 giugno 2009

Doverosi chiarimenti

Dopo aver letto i numerosi commenti al post Money Money Money, la SACT si sente in dovere di replicare quanto segue.

 

1.     Quanto è emerso a proposito dei compensi (compensi non smentiti e verificabili) sia di Publispei a proposito della nota serie ‘i Cesaroni’, che di Lux Vide a proposito dei soggetti di Don Matteo, non trova il nostro consenso perché riteniamo che tali cifre siano ben al di sotto di quello che la SACT ritenga debba essere il minimo garantito.

2.     La SACT non condivide qualsiasi prassi che tradisca i termini contrattuali intercorsi tra produzione e sceneggiatori ma non intende far confusione tra committenti e autori. Noi non siamo qui per condannare colleghi che hanno accettato di lavorare per cifre così basse, ma siamo qui per dire che è responsabilità nostra, di tutta la categoria, fare in modo che questo non accada più da ora in avanti.

3.     La SACT ringrazia tutti coloro che nel blog si sono firmati e respinge con decisione gli inaccettabili insulti e attacchi personali di cui sono stati oggetto. Ritiene altresì che l’anonimato sia principio fondante di qualsiasi blog e non ritiene di interromperne l’utilizzo. La SACT s’impegna però ad ascoltare il prima possibile accusati e accusatori, per poter verificare le loro dichiarazioni, assumere una sua posizione pubblica sulla vicenda e risarcire con il ristabilimento di una verità oggettiva quanto al momento semplicemente supposto o raccontato in modo parziale.

4.     E’ politica della SACT accettare alleanze con chiunque si schieri e si impegni nel combattere le nostre stesse battaglie, da qualsiasi parte essi vengano.

 

In questo particolare momento la SACT sta vivendo una fase di grande crescita e attività. Gran parte delle nostre risorse sono impegnate nell’organizzazione del convegno sul CREATED BY che all’interno del Roma Fiction Fest concluderà gli incontri con showrunner europei.

 

La restante parte è impegnata invece nel vagliare le regolamentazioni contrattuali che riguardano i nostri colleghi europei, per questo abbiamo pubblicato il post ‘Money Money Money’, è nostro interesse infatti, non perdere di vista i problemi complessivi della categoria e, in questo momento di crisi, tutelare soprattutto le frange deboli.

 

Ci teniamo a sottolineare che, oltre alla polemica sui compensi, sono emerse anche richieste e proposte interessanti da parte di anonimi… ci rivolgiamo ai vari Moll F,  200alminuto etc,

Richieste e proposte alle quali non abbiamo ancora risposto, ma sulle quali stiamo riflettendo e lavorando.

Cogliamo l’occasione per ringraziare anche chi, firmandosi in modo anonimo, usa il blog in modo costruttivo e utile a tutti.

 

Ps: vi aspettiamo lunedì all’incontro che si terrà alla casa del cinema con Paul Abbott, creatore di State of Play e Shameless. Grazie al successo e alla larga partecipazione da parte di tutti i settori dell’industria di fiction a tali iniziative SACT, vi chiediamo di confermare la vostra adesione entro venerdì presso segreteria@sact.it

sabato 30 maggio 2009

Money, money, money!!!

Ok, arrivati al secondo incontro dell'evento "Created by" abbiamo avuto un quadro delle differenze tra il mercato inglese e francese.
Diciamocela tutta, la cosa che balza immediatamente agli occhi è l'incredibile disparità di trattamento economico tra noi e i nostri cugini europei.
Ecco i compensi per un episodio da 50':
Inghilterra, 50.000 sterline
Francia, 30/35.000 euro
Italia, si oscilla dai 3.000 ai 15.000 euro
Non ci vengano a dire broadcasters e produttori che i budget sono diversi perché la verità è che sono molto simili, soprattutto quelli delle fiction francesi. 
La differenza è l'incidenza che la scrittura ha nel budget complessivo, un'incidenza che la dice lunga sulla diversa importanza che Francia ed Inghilterra danno al lavoro dello sceneggiatore.
Le suddette cifre vengono garantite in entrambi i Paesi da un accordo di buona condotta tra produttori e sceneggiatori.
Da noi, c'è ancora la giungla. Con belve feroci pronte ad azzannarsi per prede sempre più striminzite. 
A questo punto lanciamo un bel sondaggio e vi chiediamo cosa volete che faccia la SACT a riguardo.
Vi ricordiamo che, non doveste trovare le risposte del sondaggio di vostro gradimento, siete invitati ad esprimere il vostro parere nei commenti.
Come sempre... a voi la parola!

mercoledì 27 maggio 2009

"Mantenere una distanza critica e realizzare opere personali"

Secondo appuntamento per "Created by". Questa volta a parlare della situazione del mercato televisivo francese è stato Frédéric Krivine (Police Judiciaire, Anne Le Guen) che ha presentato in anteprima il primo episodio della sua nuova serie Un Village Français, da lui scritta e prodotta per France 3.
Dopo l'Inghilterra, quindi, la Francia, che ha un mercato ed un panorama televisivo molto simile a quello italiano. Anche la Francia è un mercato giovane, che è stato abituato per anni più ai formati da 100' che ai 50' anglosassoni. Ed è proprio questo il principale motivo della crisi che sta attraversando ora il prodotto autoctono francese
"Con lo sbarco in prima serata delle fiction americane", dice Krivine, "il pubblico è cambiato e la serie classica francese è diventata ben presto obsoleta."
Gli sceneggiatori e i network stanno reagendo, cercando di proporre un prodotto che si avvicini al linguaggio delle serie americane. 
"Bisogna studiare il linguaggio del prodotto americano", aggiunge Krivine, "perché il nostro prodotto in confronto ad esso ne esce sicuramente perdente..."
Un Village Français va proprio in questa direzione, senza perdere un sapore francese. La serie, che racconta l'occupazione nazista di un piccolo villaggio, rispetta i canoni del formato da 50' ma senza scimmiottare i prodotti americani.
Krivine ha lavorato quattro lunghi anni al progetto e lo ha fatto in una veste particolare. Anche lui, come Pharoah, ha aperto una propria società di produzione ed è diventato a tutti gli effetti co-produttore della serie, garantendosi un controllo sul prodotto finale.
Krivine ha incoraggiato gli sceneggiatori presenti a compiere il passo e ha brevemente definito l'atteggiamento che, a suo parere, dovrebbe avere uno scrittore televisivo: 
"Bisogna mantenere una distanza critica e realizzare opere personali."
Sono parole che sposiamo volentieri.
In un colloquio privato, in separata sede, ci siamo trovati a parlare anche del ruolo del regista in tv (ruolo ricoperto anche da Krivine, in alcuni casi) e ci ha spiegato come l'avvicendamento di più registi lungo l'arco della serie non è solo utile, ma necessario.
"E' sempre una questione di distanza", ci ha detto Krivine, "Se un regista gira tutta la serie e addirittura più stagioni della stessa serie, finisce per innamorarsi degli attori, del set, del suo modo di girare e perde di vista il racconto..."
Un capitolo a parte meritano le cifre dei compensi degli sceneggiatori francesi. Prendendo come esempio Un Village Français, un episodio da 50' ha un budget complessivo di un milione di euro e uno sceneggiatore prende tra i 30 e i 35 mila euro. Se il costo orario complessivo è praticamente identico al prodotto italiano (vi ricordiamo che Un Village Français è in costume) non possiamo dire lo stesso per quanto riguarda il compenso della scrittura.
Krivine ci ha anche delucidati sulla situazione contrattuale francese. 
"Non esiste un contratto nazionale, ma un Accordo di Buona Condotta con i produttori", ovvero una sorta di decalogo che definisce i rapporti lavorativi e i compensi minimi.
Ecco questa è un'ipotesi possibile, un traguardo che la SACT sente di potersi proporre e che si augura di raggiungere.
Ultime righe dedicate alla partecipazione, sempre molto alta. E segnaliamo di nuovo la forte presenza delle strutture editoriali Mediaset e RAI. Speriamo vivamente che questa presenza sfoci in un momento di confronto tra sceneggiatori e strutture editoriali, per regolare in modo proficuo e produttivo il rapporto lavorativo che ci lega.
Non ci resta che ricordarvi che il terzo incontro si svolgerà il 15 giugno sempre presso la Casa del Cinema e vedrà protagonista Paul Abbott (Shameless, Colcking Off e State of play). Per l'occasione verrà proiettato un episodio della serie Shameless.

giovedì 21 maggio 2009

Created by, un primo sondaggio

La SACT tiene così tanto all'iniziativa "Created by..." che vuole non solo la vostra partecipazione fisica agli incontri ma anche il vostro parere sulla loro riuscita. Per questo da questa settimana facciamo partire una serie di sondaggi, che accompagneranno report e approfondimenti sui vari meeting.
Come al solito, trovate il sondaggio in alto a destra. Fatevi sentire!
Segnaliamo anche una novità. Da oggi potete seguire il blog della SACT diventando lettori fissi. Per scoprire come, cliccate sull'icona sotto alla finestra del sondaggio.

lunedì 18 maggio 2009

"Non è una questione di potere, è una questione di influenza..."

Ottimo riscontro per il primo incontro dell'iniziativa "Created by", organizzata dalla SACT e patrocinata dal Roma Fiction Fest. 
Ottimo riscontro su diversi fronti.
Primo: la partecipazione.
L'incontro ha registrato una forte presenza da parte dei colleghi scrittori di tutte le generazioni, dagli esordienti ai più navigati.
Ma la cosa che ci ha fatto ancora più piacere è stata registrare la forte partecipazione della struttura di story editing di Mediaset, che ha dimostrato sensibilità ed interesse all'argomento.
C'era pure qualche story editor della RAI, anche se in misura decisamente minore.
Secondo: l'incontro
Ashley Pharoah ha risposto in modo esauriente alle domande che gli sono state poste sia dal moderatore Marco Spagnoli, sia dagli sceneggiatori che erano tra il pubblico. Ha raccontato il percorso che l'ha portato a ricoprire il ruolo di writer/producer delle sue serie e ha soddisfatto le curiosità dei presenti descrivendo il rapporto tra network, produttore e sceneggiatore nell'esperienza televisiva inglese e alimentando la certezza che la presenza di uno sceneggiatore nelle diverse fasi produttive è non solo utile ma, ormai e sempre più, necessaria
I dettagli dell'incontro verranno pubblicati prossimamente sul sito della SACT insieme ad un piccolo montaggio video dell'evento. Ma il senso del ruolo di responsabilità dello scrittore e la necessità di un suo "peso" creativo nell'intero progetto, sta tutto nella frase che da il titolo al post, una frase illuminante detta da Pharoah durante l'incontro: "Non è una questione di potere, è una questione di influenza..."
(una postilla importante)
Terzo: i grandi assenti, ovvero i produttori
Nello scrivere il post ci siamo completamente dimenticati di sottolineare una cosa. Se l'incontro ha visto una larga partecipazione di scrittori ed editor, non possiamo dire lo stesso circa la presenza dei produttori. La cosa fa riflettere, soprattutto per la mancanza di lungimiranza.
Prossimamente pubblicheremo un post dedicato al Fiction Day e alle dichiarazioni di Scheri che ha ufficializzato quello che si sapeva già da un po'. Mediaset taglierà il budget della fiction del 30%. La fiction non è più vista come un investimento strategico e questo in netta controtendenza rispetto al resto del globo.
Ma la cosa non ci sorprende, visto il modo in cui la fiction in Italia viene sviluppata e i risultati qualitativi (e di conseguenza numerici) che produce.
E i produttori, che soffriranno di riflesso le conseguenze dei tagli, invece di incoraggiare una "cura" ad un sistema viziato e ridare importanza alla fiction, preferiscono starsene a casa (o in ufficio) preparandosi solo a barcamenarsi.
Perché alla fine in Italia funziona così: la fiction si scrive e si produce "barcamenandosi". 
Ma quando la torta da spartire diventerà troppo piccola, scenderanno amare e, ahinoi, tardive lacrime di pentimento...

lunedì 11 maggio 2009

Created by - la tv delle idee, la tv degli scrittori

Il Convegno di cui si è discussa l’impostazione nell’assemblea del 6 Maggio si intitola “Created by” e può dare l’impressione che riguardi solo alcuni autori. Non è così. Per la SACT resta fondamentale tutelare i diritti di tutti gli autori di fiction ed è convinta che questo si possa ottenere solo con un contratto tipo. Lo abbiamo proposto ma non siamo stati ascoltati perché troppo deboli. Da qui la necessità di azioni per ridare forza e centralità alla figura dell’autore. Il Convegno, come gli incontri con i colleghi stranieri, sono punti del percorso in fondo al quale contiamo di riproporre il contratto con una voce più forte.   Ripensare, ridefinire il ruolo dell’autore, conviene a tutti gli sceneggiatori e alla fiction stessa.

 

Il Convegno, si è detto in assemblea, non deve essere un momento rivendicativo bensì di auspicio e sogno. Ci si rende conto che una figura di autore come “creatore della serie”, come “showrunner” decisionale su ogni fase della produzione, sarebbe dirompente nel nostro attuale sistema di produzione, ma se intendiamo il Convegno come luogo dove mettere in campo “il sogno” è doveroso parlarne.  E’ doveroso fare ipotesi di modalità di lavoro che permettano agli autori di liberare la loro creatività ma anche che favoriscano una fiction diversa, che sappia sorprendere e contrastare l’erosione del pubblico che incomincia a manifestarsi.  Questo dovrebbe essere un argomento di interesse trasversale. La salute della fiction sta a cuore agli autori come ai produttori e ai broadcaster ed è sotto gli occhi di tutti, oltre che risultato di ricerche accademiche, che nel futuro prossimo della fiction sono previsti nuovi media e nuovi pubblici di cui bisogna tener conto.

Dopo l’analisi della situazione si potrebbe chiedere ai nostri interlocutori le loro proposte e, in seguito, parlare delle nostre, che sono molto chiare e parlano di “ricerca e innovazione.”

Dobbiamo saper convincere Produttori ed Emittenti che le nostre proposte sono convenienti per tutti.

Al momento in Italia i tempi di produzione della fiction sono lunghissimi. I ripensamenti degli editori e i numerosi interventi a vari livelli sulla scrittura fanno sì che tra l’idea e la messa in onda del prodotto passino anni. Come si può tenere il passo con l’attualità? La lentezza cancella l’efficacia del prodotto. Inoltre se, dopo anni di lavoro, la serie viene bocciata dal pubblico bisogna sospenderla buttando via decine di ore di prodotto già pronto.  Uno spreco di soldi.

Per velocizzare la produzione ed eliminare lo spreco di denaro occorre adottare un sistema di produzione industriale. L’esempio ci viene dal mondo anglosassone dove tra l’elaborazione della scrittura e la messa in onda del prodotto passano solo alcuni mesi. Si parte con la commissione di un numero limitato di serate che, però, vengono poi prolungate modificando il prodotto secondo le reazioni del pubblico.  Perché questo sia possibile occorre che l’autore, la figura che ha in mente la direzione da prendere,  abbia una vera possibilità decisionale.

La fiction è il prodotto di più volontà ma occorre che i ruoli siano chiaramente definiti:

le emittenti devono dare chiare linee editoriali e individuare a quale pubblico rivolgersi.

I produttori devono portare idee che rispondano alle linee editoriali e l’emittente deve scegliere il produttore con la migliore idea.

Gli autori propongono le idee ai produttori e si prendono la responsabilità di realizzarle esattamente per come sono state proposte e scelte.

L’autore si assume la responsabilità del prodotto finale.

 

mercoledì 11 marzo 2009

Ciao a Laura Toscano

Cari colleghi,
ci è arrivata la notizia, inaspettata quanto improvvisa, della morte di Laura Toscano, collega conosciuta e stimata.
Il funerale sarà celebrato Venerdì 13 alle h. 14,30  presso la Chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo. 
Laura è stata una delle fondatrici della SACT e per anni si è dedicata alla difesa dell’autorialità nella nostra Fiction.
Il direttivo della SACT esprime il suo più sincero cordoglio e le dedica un affettuoso saluto.

sabato 7 marzo 2009

Sarkozysmi bondiani

Tempo fa, quando Sarkozy propose la legge sui contenuti pubblicitari per la TV pubblica francese, chi scrive pensò: "vuoi vedere che prima o poi qualcuno qui in Italia lo prende come esempio?"  
E infatti, puntualmente, è successo... 
Diteci cosa pensate delle ultime affermazioni del Ministro Bondi sulla RAI e sulla pubblicità. Argomento decisamente interessante...

lunedì 2 marzo 2009

The Listener, una fiction apolide

Come vedete siamo tornati attivi in modo serio, pronti a fornirvi nuovi stimoli di discussione. Questo per dire che non inseriamo questo post per fare pubblicità, ma per porre sotto i riflettori questa nuova avventura produttiva seriale che andrà in onda su Fox a partire dal 5 marzo
The Listener infatti è la prima serie tv coprodotta a livello internazionale.
Creatore della serie è Michael Amo e produttore è la Shaftesbury films. Il progetto nasce in Canada dal broadcaster CTV ma è stato co-prodotto con l'intervento della rete di canali Fox International e quindi da moltissimi Paesi (Giappone, Gran Bretagna, Italia ad esempio) e i 13 episodi della serie sono stati già pre-acquistati da NBC
Altra novità, oltre al modello produttivo, è la modalità di messa in onda. The Listener, infatti, andrà in onda (più o meno) in contemporanea in 180 Paesi. Paesi che non comprendono gli USA. Su NBC, infatti, la messa in onda avverrà in un secondo momento. Un modo per combattere la pirateria e per parcellizzare i rischi produttivi.
Ci chiediamo se sarà un episodio sporadico o se è questo il futuro della serialità. 
E contemporaneamente ci chiediamo: vedremo mai un progetto di questo tipo partire da menti italiane? O diventeremo sempre di più la periferia malfamata della creatività?

Con estremo ritardo

Vi abbiamo fatto aspettare più del dovuto e ci scusiamo per l'attesa ma finalmente postiamo un commento alla riunione tenutasi il 21 gennaio scorso alla SACT. Come qualcuno di voi ricorderà l'incontro verteva sulle condizioni di lavoro disagiate, soprattutto degli sceneggiatori emergenti (ma non solo).
L'incontro era stato preceduto da questo post che aveva scatenato una serie infinite di polemiche, accuse e insulti vari.
L'incontro è stato un ottimo momento di confronto, la sala era piena. Gli interventi sono stati disparati. 
Qualcuno ha parlato di esperienze infinite da stagista, fatte a condizioni economiche ridicole e sotto il silente ricatto del mancato rinnovo dello stage.
C'è chi ha parlato di test di sceneggiatura aperti solo a gente selezionata (leggi "gli amici"). Chi ha parlato di test a cui non è stata data mai una risposta.
E poi qualcuno ha portato la propria esperienza di "negro", raccontando di avere un amico che "per fortuna" gli ha passato del lavoro. Lavoro non firmato, siamo chiari, e pagato miseramente. 
Ecco, quest'ultimo intervento ci ha incuriositi. Perché tra i giovani sceneggiatori c'è un luogo comune, ovvero che il negriero sia uno sceneggiatore anziano (o quasi) arrivato, ingordo e quindi in surplus di lavoro. E c'è il sogno che la giovane età sia sinonimo di correttezza professionale.
Purtroppo non è così o almeno non sempre. Facciamo gli scrittori, quindi cerchiamo di avere un occhio critico e smaliziato sulla realtà.
Certi "mal costumi", purtroppo, si reiterano e si tramandano di generazione in generazione. Un po' come la violenza, che è un circolo vizioso in cui spesso la vittima diventa carnefice. Un circolo vizioso che è difficile spezzare a meno che non ci sia qualcuno che cerchi, quantomeno, di sensibilizzare e di trovare dei rimedi.
Noi siamo qui per questo, malgrado qualcuno scriva il contrario.
La SACT sta lavorando per raccogliere i frutti di questo incontro e per riportare la giusta dignità al mestiere di sceneggiatore, giovane o anziano che sia.
Speriamo che i fatti, parlino più delle nostre parole. 
Aggiungiamo una postilla, una piccola provocazione. Abbiamo sentito rassegnazione nelle voci dei giovani presenti quella sera. Una rassegnazione che sa di resa ad un sistema che sappiamo tutti non essere nè giusto nè proficuo. 
Ci si preoccupa più dei test di sceneggiatura che non di riportare la centralità delle idee e dello sceneggiatore nel mercato. Si guarda al piccolo e si trascura il quadro complessivo.
E allora a tutti loro chiediamo: come possiamo migliorare la nostra posizione di scrittori se le nuove generazioni hanno già perso la voglia di cambiare?

giovedì 29 gennaio 2009

Dopo un lungo silenzio, una riflessione

E' passato più di un mese dal nostro ultimo post. Il silenzio è stato voluto. Un silenzio che è servito a leggervi e a meditare. Meditare su cosa? Sulla funzione e la necessità di questo spazio. Quando abbiamo aperto un blog, pensavamo ad un terreno per un confronto civile, un canale per ascoltarvi e farvi parlare. Abbiamo scelto di permettere commenti anonimi, per infondere coraggio ad intervenire. La cosa, in qualche modo, ha funzionato. Gli interventi, pian piano, si sono moltiplicati. Purtroppo, con la crescita progressiva di questa comunità virtuale, i toni delle discussioni sono cambiati radicalmente. E se c'è ancora qualcuno che tenta di argomentare in modo composto, si è spesso degenerati in accuse più o meno velate, insulti, pettegolezzi, toni accesi ecc. E' questo il modo più responsabile di usare l'anonimato? No, non lo crediamo. Ma crediamo ancora in questo spazio, crediamo nella sua necessità e nella sua forma e non cambieremo le sue regole. Vi invitiamo a riflettere prima di postare i vostri commenti. E per farvi riflettere vi invitiamo a farvi un giro sulla rete, sui blog di altri sindacati o associazioni di scrittori che ci sono in Europa e nel mondo. La lotta per la dignità professionale comincia da noi stessi. Una postilla. Torneremo a postare presto. Parleremo della riunione tenutasi il 21 gennaio e dei suoi contenuti. E proseguiremo annunciando le attività che la SACT si propone di raggiungere lungo il 2009. Fino ad allora, commentate in modo responsabile...